Il Papa e’ in giro per una delle sue consuete visite in un quartiere periferico di Roma. Due ali di folla festanti muniti di bandierine colorate che si agitano al passaggio di Sua Santita’. I bambini fanno a gara insieme ai genitori per raggiungere e toccare il Papa che si fa largo faticosamente aiutato da un imponente servizio d’ordine. Ad un tratto un piccolo bambino si intrufola e arrivandogli vicino gli grida:
“A Papa, ma vаffаnсulо !!!”. Poi in un lampo si dilegua tra le gambe degli attoniti astanti. Dopo un attimo di smarrimento di tutti la visita prosegue. La scena si ripete 4-5 volte, ma senza che nessuno riesca ad acciuffare l’insolente bambino. All’ennesima volta il papa соn uno scatto fulmineo riesce proprio lui a bloccare соn insospettata dolcezza il piccolo furfante e trattenendolo amorevolmente gli dice:
“Tu che sei un piccolo вiмво di questa degradata periferia, dove e’ difficile crescere, dove per vivere bisogna avere coraggio, dove il pasto di mezzodi’ e’ una incognita anche per i piu’ piccoli, dove la poverta’ non permette di addormentarsi fiduciosi nella provvidenza del domani. Tu piccolo bambino che in questa societa’ opulenta sei una piccola, inconsapevole vittima, tu che tornato a casa non trovi la sicurezza di un futuro almeno accettabile. E proprio tu piccolo bambino dici vаffаnсulо a me che sono il rappresentante di Dio sulla terra, che hо a mia disposizione preti, suore, politici, missionari ??? Dici vаffаnсulо a me che соn il solo schiocco delle dita posso far incontrare i potenti della terra. Dici vаffаnсulо a me che sono in linea diretta соn i santi, gli angeli, gli arcangeli, i cherubini e affini. Vаffаnсulо a me???? … MA VАFFАNСULО TE !!!”.