Era una notte che pioveva a catinelle,
Si andava in giro senza le bretelle,
A un certo punto vidi un cimitero,
Come era buio, com'era nero,
Girovagando tomba dopo tomba vidi una donna,
Mamma mia che tonda!!!
Era il fantasma della zia Gioconda,
Che puliva la sua tomba nera e fonda,
I vermicelli freschi di giornata,
Se li mangiava come l'insalata,
Ma questa storia non ha proprio senso,
È come fare il vino col bucato,
È... Come... Fare... Il... Vino... Col... Bucato!
L’ultimo dell’anno è stato festeggiato come si conviene. Finita la festa e andati via gli ospiti, il padrone di casa è così ubriaco da addormentarsi sul tappeto del salone. La moglie invece ce la fa a salirsene in camera da letto, al piano di sopra. Poco più tardi tornano a casa, da un’analoga festa, i figli adolescenti. Vedendo il padre che dorme beato per terra, i due decidono di fargli uno scherzo: gli aprono delicatamente la lampo dei pantaloni, e vi sistemano, mezzo dentro e mezzo fuori, il collo del tacchino (il piatto forte del tradizionale cenone). All’alba la moglie si sveglia, e non trovando il marito al suo fianco decide di scendere a cercarlo. Ancora mezzo addormentata, si affaccia alla balaustra: proprio in tempo (quando si dice il caso!) per vedere il cane di casa intento a divorare l’appendice carnosa che sporge dai calzoni del marito. Соn un grido, la donna sviene, rotolando per le scale. Per lei, il nuovo anno inizierà in ospedale.