Barzellette sul lavoro, Barzellette in ufficio
I Lezione
C’era un corvo che se ne stava appollaiato sui rami alti d’un albero e non faceva niente tutto il giorno. Un coniglietto di passaggio vide il corvo e gli chiese:
“Posso starmene anch’io seduto qua a non far niente tutto il giorno?”. Certo, perche’ no?” rispose il corvo. E il coniglietto si sedette comodo a terra sotto il corvo a riposarsi. All’improvviso apparve una volpe, salto’ sul coniglietto e se lo mangio’.
Lezione di carriera: Per startene seduto a non far niente tutto il giorno, devi essere seduto molto in alto.
II Lezione
Un tacchino selvatico chiacchierava con un toro:
“Mi piacerebbe tanto arrivare in cima a quell’albero, ma non ne ho la forza.”
“Beh, perche’ non ti mangi un po’ della mia merda”, rispose il toro:
“E’ piena di roba nutritiva”. Il tacchino becchetto’ un po’ di merda e scopri’ che di fatto gli aveva dato forza sufficiente per arrivare al primo ramo dell’albero. Il giorno dopo, mangiato un altro po’ di merda, arrivo’ al secondo ramo. Dopo un paio di settimane, il tacchino era fieramente appollaiato sulla cima dell’albero. Ma fu subito visto da un cacciatore che lo abbatte’.
Lezione di carriera: Mangiando merda puoi arrivare in cima, ma non e’ detto che ci resti.
III Lezione
Un uccellino era in volo per andare a svernare al Sud. Ma il freddo era tale che l’uccellino cadde a terra congelato. Una vacca di passaggio gli scodello’ addosso una bella cagata fumante. Scongelato e riscaldato, l’uccellino si mise a cantare di gioia. Ma un gatto randagio lo senti’, lo trovo’, lo tiro’ fuori dalla merda e se lo mangio’.
Lezione di carriera:
1.- Non tutti quelli che ti coprono di merda sono tuoi nemici.
2.- Non tutti quelli che ti tirano fuori dalla merda sono tuoi amici.
3.- Quando sei nella merda, tieni chiuso il becco.
Il Direttore Generale di un’azienda chiede alla sua segretaria di preparargli una lettera per sollecitare un cliente al pagamento di alcune fatture:
“Signorina, mi raccomando, sia incisiva, ma non troppo dura; che il messaggio sia chiaro, ma non sia troppo spigolosa. Bisogna che il Cliente capisca che vogliamo essere pagati, ma cerchiamo di non farlo arrabbiare”. La segretaria si mette al PC e scrive, quindi stampa e porta la lettera al Direttore. Questi la legge:
“Sì, mi pare che vada bene, il concetto è chiaro, diretto; solo, però è un po’ dura, signorina, un po’ troppo spigolosa… ammorbidisca un po’, smussi qualche angolo. La segretaria ritorna al PC, modifica la lettera secondo le indicazioni avute e la riporta al Direttore:
“Sì, va bene, il concetto è rimasto inalterato, chiaro e diretto, c’è qualche smussatura rispetto a prima, ma è ancora un po’ troppo spigolosa. Sia gentile, ammorbidisca ancora”. La segretaria così fa, ristampa e va dal Direttore:
“Ohhh, finalmente! E’ perfetta! Il concetto è chiaro e diretto, pur non essendo dura e non presentando spigoli. Perfetto! Brava, signorina! Soltanto una correzione, qui, vede? Dove ha scritto:
“‘A zzoccola ‘e mammeta”, corregga:
“zoccola”, va con una “zeta”!
“Mi dica, signora Rossi”, chiede l’esaminatore, “ha qualche altra qualifica che varrebbe la pena menzionare?”
“Sì”, risponde la candidata con molta modestia. “Lo scorso anno è stato pubblicato il mio primo romanzo.”
“Interessante”, commenta l’esaminatore, “ma io pensavo a qualche sua capacità applicabile durante le ore di lavoro”.
La signora Rossi, candidamente, chiarisce:
“Oh, sì, ma infatti l’ho scritto tutto in ufficio!”