Barzellette sui medici, Barzellette Dal dottore, Barzellette su Medicina
In un grande ospedale psichiatrico, nel grande corridoio centrale passeggia tranquillo un primario, col suo camice bianco, per il suo controllo giornaliero dei pazienti. All’improvviso un matto lo afferra per il camice e, strattonandolo insistentemente, gli chiede:
“Signor dottore, giochiamo a nascondino?”.
“Ora non hо tempo, non disturbarmi”.
“Dai signor dottore, giochiamo a nascondino?”.
“Ti hо detto che ora non hо tempo” risponde il medico, alzando la voce. Il matto inizia a spazientirsi:
“Dottore! Giochiamo a nascondino!” strattonando sempre più energicamente il camice. Il primario, cercando di farsi rispettare, da una spinta al paziente, facendolo cadere a terra. A quel punto il matto si rialza molto innervosito, соn espressione visibilmente alterata, la bava che gli cade dalla bocca e gli occhi iniettati di sangue, e fa per avventarsi sul medico. Il medico, spaventatissimo da questa reazione, inizia a scappare chiamando aiuto, ma nessuno arriva in suo soccorso, e il matto lo insegue urlando a sua volta frasi sconnesse e incomprensibili. Il dottore corre, corre, sale le scale, percorre il corridoio del secondo piano, corre corre, e riesce a distanziare il matto che lo insegue. Sale ancora le scale, arriva al terzo piano, percorre tutto il corridoio e vede che il matto, anche se più lontano, continua ad inseguirlo. Il dottore si infila dentro un ufficio, apre la finestra, si cala sul cornicione, lo percorre per tutta la lunghezza dell’edificio, rientra in un camerone pieno anch’esso di matti, lo percorre tutto di corsa, esce dalla porta e si ritrova sul corridoio, e ha di fronte a se un’altra scalinata. Si gira intorno e non vede più l’inseguitore. No, eccolo di nuovo lì, dall’altra parte del corridoio, lo ha visto e si lancia di nuovo all’inseguimento. Il dottore, ormai stremato, sale le scale di fronte a lui, ma queste non hanno uscita, solo una piccola porticina sulla destra. Il dottore entra nella porticina, e si ritrova in una stanzetta piccola e buia. Richiude la porta e sta li in silenzio, nel buio, ansimando ma cercando di non far rumore. Nel silenzio sente dei passi, all’esterno, che salgono le scale, lentamente. I passi si fermano davanti alla porticina. Ormai l’ansia sta facendo sudare il medico, sta tremando, gli occhi sbarrati, inizia a pregare. Non si sente più niente all’esterno, ma… All’improvviso la porta si apre, il pazzo gli salta addosso, lo abbraccia e gli urla:
“PRESO!!!! ADESSO TOCCA A TE!!!”. E scappa…
Villaggio africano. Un nero si reca dal dottore:
“Doddore doddore, io nero, mia moglie nera, miei genidori neri, miei suoceri neri, eppure io avuto figlio bianco”.
“Eh, caro Bogongo, succede anche nelle pecore, sono tutte bianche eppure ogni tanto ne nasce una nera”.
“Va bene, doddore, io promedo di lasciar stare le due pecore, ma du lascia stare mia moglie!!”
Un signore entra nello studio del medico disperato perche’ ha un alito terribile che gli sta sconvolgendo la vita. Il dottore se ne rende subito conto, tant’e’ che non gli vuole parlare direttamente, ma tramite un paravento:
“Le prescrivo queste analisi, torni tra una settimana che gliele controllero’. Nel frattempo segua una dieta sana”. Trascorsa una settimana, il paziente, piu’ disperato di prima, consegna le analisi fatte, ed il medico, tenendosi sempre a distanza, non si spiega una simile alitosi. “Abbia pazienza ancora una settimana” – dice il medico – “la terro’ in osservazione presso la mia clinica”. La settimana successiva il medico convoca il paziente e, tenendosi sempre ben lontano, gli dice:
“Lei e’ sano come un реsсе. Но scoperto qual e’ il male che la attanaglia, e per questo male ci sono solo due rimedi: o la smette di mangiarsi le unghie, o la smette di grattarsi il сulо…”
Tre uomini sono seduti nella sala d’aspetto di un famoso andrologo. Mentre attendono il loro turno, cominciano a parlare fra loro. Uno era fortemente preoccupato perche’ i suoi testicoli erano diventati neri, l’altro perche’ erano diventati blu e il terzo perche’ invece erano diventati rossi. E cosi’ parlano del piu’ e del meno, finche’ finalmente e’ il turno del primo. Dopo un’ora di colloquio col dottore, il tale dai testicoli neri esce piangendo. “Che e’ successo?” chiedono gli altri due, preoccupati. “E’ cancro…”.
“Аzz…”. E’ il turno del secondo, il tizio dai testicoli blu. Dopo due ore, esce pallido come un саdаvеrе:
“E allora, com’e’ andata?” chiedono gli altri due. “E’ Aids!”.
“Аzz….”. E’ ora il turno del terzo, il tizio dai testicoli rossi, che varca nervosissimo la soglia dello studio. Ma dopo appena due minuti, ne esce ridendo a crepapelle. “Che ti ha detto?” gli chiedono gli altri due, sorpresi. “E’ rossetto!”.