Barzellette sui turisti e sui viaggi, Barzellette turista vacanze
Su una nave tutti i membri dell’ equipaggio sono balbuzienti. Un giorno, mentre la nave e’ al largo, la vedetta scorge una nave in lontananza:
“Ca-ca-capi-pi-pi-ta-ta-tano, una na-na-na-ve a dri-dri-dritta!”.
“So-so-sono a-a-ami-mi-mici o ne-ne-nemi-mi-mici?”. All’ improvviso la nave in lontananza spiega una bandiera nera, соn teschio e tibie incrociate. La vedetta urla:
“Ca-ca-capi-pi-pi-ta-ta-tano, i pi-pi-pi-pi,i pi-pi-pi-pi,i PI-PI-RA-RA-TI !!!!”. Il capitano chiama il nostromo:
“No-no-nostro-stro-stromo, pre-pre-presto!”. Arriva il nostromo:
“S-s-s-si, ca-ca-capi-pi-pi-ta-ta-tano?”.
“Ci-ci-ci so-so-sono i pi-pi-pi-pi,i pi-pi-pi-pi,i PI-PI-RA-RA-TI !!!”. Intanto la nave pirata si avvicina. Il nostromo convoca i marinai:
“Tu-tu-tu-tutt-tt-tt-tti s-s-sul po-po-po-ponte!”. I marinai arrivano e rispondono:
“Si-si-si-siss-ss-ss-ssign-gn-gn-gnor-r-r-r-r-re!”. Il capitano annuncia:
“Ci-ci-ci so-so-sono i pi-pi-pi-pi,i pi-pi-pi-pi,i PI-PI-RA-RA-TI !!!!”. Scena di panico generale, mentre la nave pirata e’ sempre piu’ vicina. Il capitano prosegue:
“Ma-ma-ma-ma…”. Arriva la mamma del capitano:
“Si-si-si, fi-fi-figlio, hai ch-ch-ch-chiama-ma-ma-ma-mato?”. Il capitano:
“N-n-n-o, st-st-sta-stavo d-d-d-ice-ce-cendo ma-ma-ma-mari-ri-rinai, no-no-noi co-co-co-comba-ba-batt-tt-ttere-re-remo co-co-contro i pi-pi-pi-pira-ra-ra-rati, pe-pe-per le no-no-nostre vi-vi-vite e pe-pe-per la pa-pa-pa-pa…”. Arriva il papa’ del capitano:
“Si-si-si, fi-fi-figlio, hai ch-ch-ch-chiama-ma-ma-ma-mato?”.
“N-n-n-o, st-st-sta-stavo d-d-d-ice-ce-cendo pe-pe-per la pa-pa-pa-pa-patr-tr-tria”. La nave pirata e’ ormai vicinissima. Il capitano ordina:
“Uo-uo-uo-uomi-mi-mi-mini, ai ca-ca-ca-cann-nn-nno-noni!”.
“Si-si-si-siss-ss-ss-ssign-gn-gn-gnor-r-r-r-r-re!”. La nave pirata sta per iniziare l’ arrembaggio… Capitano:
“Fuo-fuo–fuo-fuo-fuo-fuo-fuo-fuoc-c-c-c-c-c-co !!!!!”. E i cannoni: ‘PU-PU-PU-PU-PU-PU-PU-PU-PU-PU-PU-PUMMM!!!!!!’
Un italiano dopo un periodo di ferie in Algeria sta per tornare in Italia quando al porto vede un algerino che vende una strana merce. “Che cosa sono?”.
“Fiсhе secche”.
“Fichi secchi? Che schifo!”.
“No. Non fichi secchi: fiсhе secche”.
“Come, fiсhе secche? E a che diavolo servono?”.
“Beh, le vendo ai capi-carovana. Sa, a volte fanno spedizioni attraverso il deserto che durano settimane… mesi addirittura. Sono tutti uomini e certe esigenze si fanno sentire… Basta un poco d’acqua per ravvivarle e le garantisco che danno certe soddisfazioni!”.
“Ma guarda un po’ questi algerini che si s’inventano per far soldi! Quanto costano?”.
“Ecco… in euro… facciamo 6 l’una”.
“Una? e se ne prendo un centinaio?”.
“Beh, cento… facciamo 400euro”.
“E le spese di trasporto per l’Italia?”
“Beh, facciamo 450euro tutto compreso, fino al porto di Genova. Poi si arrangi lei”. Il tizio ci pensa un po’ su… poi accetta pensando all’affare che fara’rivendendole in Italia … magari in bottiglia sigillata, соn la scritta “diluente erotico speciale”. Un po’ di pubblicità… si mette almeno venti euro nette in tasca per ogni confezione! Un affare!… Se poi la moda prende piede… “Ma se me servono ancora?”.
“Quante ne vuoi… pagamento anticipato però”.
“Ok, ok. Affare fatto, ti pago in dollari”. Paga, e gli da’ l’indirizzo di dove spedire la merce e finalmente parte per l’Italia. Meno di un mese dopo gli arriva una comunicazione dalla dogana di Genova: deve presentarsi subito. Si fa prestare un furgoncino da un amico, infila l’autostrada e si precipita a Genova. L’impiegato della dogana lo conduce dal direttore che gli chiede aprendo uno degli scatoloni:
“Ma che roba è questa?”.
“Fiсhе secche!”.
“Fichi secchi? E’ sicuro?”.
“No, no… fiсhе secche, si ravvivano соn un liquido speciale e sono pronte per l’uso. Но controllato: non ci sono regolamenti o leggi che ne impediscano l’importazione”.
“Già, non è contemplato…”. Ne prende una, l’avvicina al naso, fa una smorfia disgustata:
“Come al solito… l’hanno fatta fesso: questi sono buchi del сulо!”
Un turista americano e’ in visita a Venezia ed ovviamente vuole girarla in gondola. Sale, si accomoda e poi si rivolge al gondoliere:
“Bella questa little ship, quanto tempo impiegate a costruire this?”. Il gondoliere si gongola e comincia a raccontare:
“Sa, sior, chi la fa i xe maestri d’ascia, serve duxento tochi de legno, deve prendere la forma… un anno circa”. L’americano se la ride e risponde:
“Noi in USA соn nostra high tecnology impieghiamo 1 month, 1 mese”. Il gondoliere ci rimane un po’ male e continua a vogare. Dopo un po’ passano davanti a Ca’ Dario e l’americano ricomincia:
“Wonderful this palace, quanto avete impiegato a costruirlo?”. Il gondoliere fiero spiega:
“Vedeo, sior, questo xe un tipico esempio de la splendida arte de la Serenissima Repubblica coi so marmi, i lavori de cesello… decine de anni sior”. L’americano esplode in una sonora risata:
“Noi in USA costruiamo palaces in serie like this, uno ogni 6 mesi”. Il gondoliere, ferito nel patrio orgoglio, comincia a meditare la vendetta verso l’americano cafone. Si fermano in Riva degli Schiavoni ed il gondoliere accompagna l’ospite fino a Piazza San Marco. Qui l’americano si ferma ad ammirare la Chiesa соn i suoi mosaici dorati e ricomincia:
“Oh, very, very good this church… quanti tempo avete impiegato per costruire?”. A questo punto il gondoliere, соn un ghigno beffardo, risponde:
“Me spiase, sior, no so cossa dirghe, co son passato ieri no ghe gera miga tuta sta roba”.
Una guida safari sta spiegando come si caccia un leone:
“Lo puntate соn il fucile nel mezzo degli occhi, fate un respiro e… ВАNG, lo stecchite”.
“Scusi, guida, ma se il fucile fa cilecca?”.
“Nessun problema, anche se il leone a questo punto corre verso di voi, ricaricate il fucile, puntate e ВАNG, fate sempre in tempo a sparargli”.
“Si’, ma se il fucile fa ancora cilecca?”.
“Lasciate pure che il leone corra verso di voi, vi concentrate un attimo, ricaricate, mirate e ВАNG, lo stecchite”.
“Scusi, guida, ma se il fucile fa ancora cilecca?”.
“Beh a questo punto il leone e’ vicinissimo a voi, non serve piu’ il fucile e lo buttate via. Per difendervi, mentre il leone vi assale, gli tirate della САССА!!!”.
“Scusi, guida, ma dove la troviamo la сасса??”.
“Eeeee se ne troverete…”
Totti e Ilary, stanchi di essere presi in giro per il loro presunto basso quoziente intellettivo-culturale, decidono di provare a essere piu’ “perbene”, nei modi e nel linguaggio. Per trovare migliore ispirazione, decidono di fare un viaggio a Parigi. Una volta arrivati, sistemano i bagagli e girano per la citta’ allegri e teneri, tenendosi per mano соn sullo sfondo la Torre Eiffel. La sera, dopo una cena al lume di candela,si preparano per una notte romantica. Sono piuttosto emozionati, nella loro camera. La giornata fin li’ era stata perfetta. Totti va in bagno a darsi gli ultimi ritocchi. Ilary, che gia’ era a letto, соn una deliziosa vestaglia rosa, sente delle voci provenire da un’altra stanza dove evidentemente un’altra coppia si appresta a fare l’amore:
“Caro, come ti sembro stasera?”
“Amore, sei bellissima, ancora piu’ bella del solito. Sembri una rosa appena sbocciata, la tua pelle e’ liscia come petali…”. Ilary non si fa sfuggire l’occasione, e appena Totti entra in camera gli fa:
“Amo’, come te paro??? “Parate er сulо che mo te sfonnnoooooooooooo!!!!”.
Un missionario stava camminando per la giungla africana, quando vide un elefante sdraiato per terra. Si avvicino’ e vide che l’elefante aveva un chiodo nella zampa. Vedere l’animale sofferente gli fece pena e decise di aiutarlo. Gli tolse il chiodo dalla zampa e subito dopo l’elefante si alzo’ e guardo’ соn tanta dolcezza l’uomo che gli aveva salvato la vita. Gli diede uno sguardo tenero come per dire “grazie tanto” e poi si allontano’, guardando l’uomo come se volesse dire “arrivederci”. Il missionario lo saluto’ e penso’ “mah, chi sa se vedro’ mai piu’ quel simpatico elafante!!!”. Passarono gli anni, e un bel giorno il missionario si trovo’ in un circo. C’erano vari animali, cavalli, scimmie e anche elefanti. Ma l’attenzione del missionario fu attirata da un elefante che lo guardava nello stesso modo di quello che lui aveva incontrato tanti anni prima e che sembrava dire:
“mi ricordo”.
“Mah, chi sa se e’ quell’elefante simpatico, e’ così simile a quello di tanti anni fa!” penso’ il missionario. Finito lo spettacolo si reco’ nel retroscena del circo per salutare l’elefantino. Si avvicino’ lentamente, gli accarezzo’ le orecchie e a quel punto l’elefante lo afferro’ соn la sua proboscide e lo sbatte’ per terra piu’ volte, riducendolo in fin di vita. Insomma, e’ chiaro che non era quello l’elefante.