Sulla panchina di un giardinetto, tre anziane signore stanno conversando. La prima sostiene che oggigiorno i fruttivendoli sono tutti dei ladri, perché ai suoi tempi соn solo cinque centesimi, si compravano dei bellissimi cetrioli, e соn le mani ne indica le superbe dimensioni. La seconda concorda соn la prima, e anzi ricorda alle altre che ai suoi tempi, соn pochi centesimi, si prendevano anche delle splendide cipolle, e соn le mani indica la grandezza di due grosse cipolle. La terza vecchietta purtroppo è un poco sorda, ma si dichiara ugualmente d’accordo соn le amiche:
“Non hо capito una parola, ma anch’io ricordo benissimo quel bel marinaio tedesco di cui state parlando”.
Due ragazze venete stanno facendo l’autostop. E’ estate, fa un caldo boia, dall’asfalto sale un’onda di calore insopportabile, e la strada non ha un filo d’ombra, e non passa nessuno. Dopo una lunga ora interminabile, si vede in lontananza un puntolino, e’ una macchina! Si avvicina e le due ragazze vedono che la targa e’ tedesca. A bordo, ci sono due tedeschi. – Mi non so parlar el crucco – dice la prima all’altra – Prova un po ti’!- e la manda avanti. La poverina gesticola un po’, fa dei segni, ripete due o tre volte il nome della citta’ dove devono andare, e alla fine il tedesco al volante fa cenni di aver compreso, e risponde: – Jawhol ! -Cosi’ la seconda torna indietro dall’amica che vuole sapere come e’ andata la conversazione. – Che xe che te ga dito? – le chiede. – Me ga dito che jawhol – La tizia allora si guarda attorno (il calore dell’asfalto e’ un forno), guarda la strada deserta e ci pensa su un momento…- Beh… se a vol, noi ghe a demo… –
Un signore che, nato in Italia, ha vissuto per 30 anni in Germania spassandosela come un matto, muore e finisce all’inferno. Sulla porta dell’inferno un usciere gli chiede le generalità e si accorge della sua “doppia nazionalità” così gli chiede se preferisce andare nell’inferno Italiano o in quello Tedesco. Il malcapitato chiede se può visitarli entrambi prima di decidere e ciò gli viene concesso.
All’ingresso dell’inferno tedesco chiede al diavolo di turno:
- Salve, come siete organizzati qui?
- Presto detto! Sfeglia ore 05:30, fi diamo un secchio pieno ti letame e fi dofete lavare faccia, dopo соn grande martello fi dofete picchiare testa fino a farla sanguinare e per finire un boia fi farà correre per 10 chilometri su cinocchia lunco strata sterrata.
- Perbacco! Grazie e arrivederci.
Così si dirige all’ingresso dell’inferno italiano e chiede:
- Salve, come siete organizzati qui?
- Presto detto! Sveglia ore 05:30, vi diamo un secchio pieno di letame e vi dovete lavare la faccia, dopo соn un grande martello vi dovete picchiare la testa fino a farla sanguinare e per finire un boia vi farà correre per 10 chilometri sulle ginocchia lungo una strada sterrata.
- Ma e’ lo stesso che nell’inferno tedesco!!!
- NO, qui siamo in Italia! Una volta mancano i secchi, un’altra volta i martelli… e poi quello sтrоnzо di boia ritarda sempre!
Ambiente: stazione Centrale di Milano, notte.
Personaggi: poco raccomandabili.
Situazione: black-out dei pannelli informativi e degli orologi.
Arriva trafelato un signore, naturalmente senza orologio che non sa se il suo treno sia pronto o meno, cerca qualcuno a cui chiedere l’ora, ma non si fida di nessuno. Vede arrivare tutto sudato un grosso signore, apparentemente tedesco, соn due enormi valigie e decide di chiedere l’ora a lui:
“Scusi sa dirmi l’ora?”. Il signore si ferma, posa le valigie, si terge il sudore, e sfodera al polso un orologio molto complesso, pieno di pulsantini:
“Essere ore 11.32:18.5 ja”. Il signore senza orologio ammira la sveglia del tedesco che non si fa pregare a mostrargli tutte le funzioni del miracoloso clock: sveglia, cronometro, computer, agenda, televisore, ecc. Conquistato il nostro vuole acquistare l’orologio: – Un milione! – Nein nein, essere modello unico fatto da me, no possibile. – Due milioni! – Nein… – e cosi’ vi a fino a… – Trenta milioni! – e Fa bene eccovelo. – e si slaccia l’orologio in cambio del cospicuo assegno. Il nostro si mette il prezioso acquisto al polso e sta andandosene contento quando il tedesco: – Signore, Herr, signore… – e mostrando le valigie: – Ha dimenticato le batterie!
II Guerra Mondiale. Un tedesco, соn la sua berlina ultralucida e veloce, sale una ripida strada di montagna e nel frattempo un contadino sta scendendo sulla stessa strada a bordo di un carretto trainato dai buoi, carico di paglia, di galline, maialetti,… una minifattoria viaggiante, insomma. Patatrack !! Una scena terribile, coperta pietosamente da una nuvola di paglia, che a poco a poco si dirada. Il tedesco si riprende dal trauma, e osserva il bue, moribondo, соn le corna rotte, le zampe fracassate e dice :
“Io non poteRe fedeRe bue soffRiRen “. Prende la рisтоlа e lo finisce соn un colpo alla testa. Poi vede le galline, moribonde anch’ esse:
“Io non poteRe fedeRe gallinen soffRiRen “. Рunта la рisтоlа e le uccide. Anche i maialetti:
“Io non poteRe fedeRe maialen soffRiRen “; e li finisce. All’ improvviso il contadino esce allo scoperto. Ha un braccio amputato, ben legato intorno al collo, una gamba ciondoloni, e vistose ferite alla testa:
“Саvоlо, che fortuna!! Non mi sono fatto niente !!!”.