Londra in una fredda mattina d’autunno. Nella sala di lettura della residenza di Sir John, sulla riva destra del Tamigi Jeeves, l’impeccabile maggiordomo, ha portato a Sir John il Times, ed ora quest’ultimo e’ immerso nella lettura del giornale. Alle dieci in punto la vecchia pendola batte i rintocchi del Big Ben, e le porte della sala vengono aperte da Jeeves, il quale dice a Sir John:
“Sir John, il Tamigi sta rompendo gli argini a causa delle recenti piogge”. Senza alzare gli occhi dal giornale, Sir John dice:
“Grazie Jeeves, puoi andare”. Alle undici in punto la pendola batte di nuovo i suoi rintocchi, e le porte della sala vengono di nuovo aperte da Jeeves, che dice a Sir John:
“Sir John, il Tamigi e’ straripato, e la popolazione fugge”. Ancora senza alzare gli occhi dal giornale, Sir John dice a Jeeves:
“Grazie Jeeves, puoi andare”. Alle undici e 47 le porte della sala vengono spalancate da Jeeves, il quale si fa da parte e, соn voce leggermente alterata, annuncia:
“Sir John, il Tamigi!”.
Il рlаyвоy del paese un bel mattino si sveglia соn il рuве tutto coperto di puntini blu. Disperato pensa:
“Se si viene a sapere, ecco finita la mia carriera di beccaccione”. Ma tant’e’, la preoccupazione e’ piu’ forte, e cosi’ alla fine si decide ad andare dal dottore del paese. Una volta nello studio, si cala i calzoni e subito il medico:
“Aha, Maria la besagnina!!!” (fruttivendola per i non genovesi). “Ah lo sapevo, lo sapevo che non dovevo andare соn quella тrоiа che la da’ a tutti, ora chissa’ cosa mi ha attaccato, ahiayyyayy…”.
“Ma no, ma no” lo tranquilizza il medico “solo, la prossima volta che si fa fare un ромрinо, le dica di togliersi la biro da dietro l’orecchio”.